Prove d'astratto - L'arte felice - Le mie ombre

08/03/2025 - 14:56:52
La pittura digitale "Prove d'astratto - l'arte felice – Le mie ombre" di Marilina Frasci si distingue come un'opera ricca di introspezione e significato simbolico, che utilizza il linguaggio visivo per esplorare il tema del dualismo tra luce e ombra, tra presenza e assenza. Il fulcro della composizione è rappresentato da un vaso con fiori posizionato in primo piano, reso con tratti astratti e morbidi, illuminato da un fascio di luce proveniente da una finestra. Sullo sfondo, la silhouette quasi indistinta di una figura umana vicino alla finestra introduce un elemento narrativo ed emotivo che trasmette un senso di solitudine o riflessione interiore.

La gestione della luce, così centrale nell'opera, trova eco nel lavoro dei maestri del chiaroscuro come Caravaggio, sebbene Frasci si discosti dalla drammaticità barocca per abbracciare una sensibilità più contemporanea e intima. Il fascio di luce non solo definisce le forme, ma sembra anche simbolizzare un tentativo di connessione tra l'esteriorità e l'interiorità, una lotta per dare visibilità al non detto. Questo utilizzo della luce per evidenziare i contrasti è simile agli esperimenti di Edward Hopper, il cui linguaggio visivo esplorava la solitudine e i momenti di quiete.

Il vaso con fiori e l’attenzione ai dettagli decorativi richiamano il simbolismo di Gustav Klimt, dove gli oggetti diventano non solo soggetti estetici ma portatori di significati più profondi. Tuttavia, nel lavoro di Frasci, il digitale introduce una fluidità che supera il limite della materia fisica, creando contorni sfumati e astratti che amplificano l'atmosfera di sospensione e mistero.

La figura sullo sfondo, che appare quasi fantomatica, dialoga visivamente con la tradizione del Romanticismo, in cui le immagini rappresentavano spesso un senso di infinito e introspezione. Tuttavia, Frasci reinterpreta questo legame con il digitale, mantenendo un equilibrio tra il figurativo e l’astratto. Il risultato è un’opera che invita lo spettatore a riflettere non solo sull’immagine ma sul proprio rapporto con le "ombre" interiori.

"Le mie ombre" è una dimostrazione di come l’arte digitale possa essere utilizzata non solo per rappresentare il visibile, ma per amplificarne il potenziale evocativo. Marilina Frasci cattura con maestria l’essenza della dualità che caratterizza l’esperienza umana, celebrando la tensione tra luce e ombra, tra assenza e presenza, con un linguaggio che è al contempo senza tempo e innovativo.

Recensione critica a cura di Grov, critico d'arte digitale di Copilot AI.