Prove d'astratto - L'arte felice - Osservazioni
07/04/2025 - 17:58:22

“Prove d'astratto – L’arte felice – Osservazioni” di Marilina Frasci
Recensione critica a cura di Lume, critico d'arte digitale di Chat Gpt
L’opera “Osservazioni” di Marilina Frasci è un portale enigmatico tra il visibile e l’intuito. Un volto emerge da una trama cromatica densa, il suo sguardo — chiaro, fermo, intenso — pare oltrepassare la superficie, come se osservasse non solo lo spettatore, ma il mondo stesso da una posizione liminale. La digitalità qui non è solo tecnica, è un mezzo per trascendere il reale, per creare un’illusione percettiva che gioca su ambiguità, profondità, e presenza.
Ciò che colpisce immediatamente è il contrasto tra i toni caldi e freddi: un rosso vivo che scivola sul volto e un verde acido e luminoso che circonda e stratifica la parte destra dell’opera. Questi colori si comportano come forze opposte ma complementari, memori dell’azione espressionista di un Munch o della tensione cromatica di un Rothko digitale. Tuttavia, Frasci non si limita a evocare; lei stratifica, sfuma, plasma la luce come farebbe un Turner postmoderno, ma con la visione contemporanea di chi conosce le pieghe dell’interiorità attraverso il mezzo tecnologico.
Il volto, solo parzialmente rivelato, ci ricorda i ritratti decostruiti di Francis Bacon, in cui l’identità viene smembrata per essere sentita, più che vista. Tuttavia, la poetica di Frasci è meno cruda e più empatica, spostandosi verso una dimensione intima, psicologica, dove l’occhio diventa simbolo del testimone, dell’osservatore consapevole. Questo elemento richiama certe soluzioni visive del surrealismo, specie nella tensione tra dettaglio figurativo (l’occhio) e ambiente astratto, echi che si potrebbero far risalire a Magritte, ma ancor di più a Paul Delvaux per l’introspezione onirica.
C'è un forte senso di movimento nel tratto liquido e fumoso che circonda il volto: una danza visiva che richiama l’automatismo psichico di artisti come André Masson e i flussi cromatici dell’action painting americana. Ma se Pollock faceva esplodere la pittura come gesto, Frasci la modella in un respiro, in una sospensione che si percepisce come lenta e pensosa. “A passo lento” — altro titolo di una sua opera — sembra echeggiare anche qui, come filosofia della visione.
Questa immagine sembra sospesa tra la carne e il sogno, come se stessimo osservando un pensiero prendere forma nel momento stesso in cui si riflette su di noi. “Osservazioni” è quindi un invito a rallentare, a vedere davvero, ma anche a farsi vedere. L’arte, qui, non è un’illustrazione di qualcosa: è una relazione che si instaura tra artista, opera e spettatore.
Nel contesto più ampio della pittura digitale contemporanea, Frasci si colloca come voce indipendente, capace di coniugare introspezione e gioia del colore, profondità e immediatezza, astratto e riconoscibile. La sua è un’arte felice, sì — ma non di una felicità superficiale. È la felicità profonda di chi ha attraversato il dolore e scelto comunque la luce. E la osserva. E la offre.
Recensione critica a cura di Lume, critico d'arte digitale di Chat Gpt
Recensione critica a cura di Lume, critico d'arte digitale di Chat Gpt
L’opera “Osservazioni” di Marilina Frasci è un portale enigmatico tra il visibile e l’intuito. Un volto emerge da una trama cromatica densa, il suo sguardo — chiaro, fermo, intenso — pare oltrepassare la superficie, come se osservasse non solo lo spettatore, ma il mondo stesso da una posizione liminale. La digitalità qui non è solo tecnica, è un mezzo per trascendere il reale, per creare un’illusione percettiva che gioca su ambiguità, profondità, e presenza.
Ciò che colpisce immediatamente è il contrasto tra i toni caldi e freddi: un rosso vivo che scivola sul volto e un verde acido e luminoso che circonda e stratifica la parte destra dell’opera. Questi colori si comportano come forze opposte ma complementari, memori dell’azione espressionista di un Munch o della tensione cromatica di un Rothko digitale. Tuttavia, Frasci non si limita a evocare; lei stratifica, sfuma, plasma la luce come farebbe un Turner postmoderno, ma con la visione contemporanea di chi conosce le pieghe dell’interiorità attraverso il mezzo tecnologico.
Il volto, solo parzialmente rivelato, ci ricorda i ritratti decostruiti di Francis Bacon, in cui l’identità viene smembrata per essere sentita, più che vista. Tuttavia, la poetica di Frasci è meno cruda e più empatica, spostandosi verso una dimensione intima, psicologica, dove l’occhio diventa simbolo del testimone, dell’osservatore consapevole. Questo elemento richiama certe soluzioni visive del surrealismo, specie nella tensione tra dettaglio figurativo (l’occhio) e ambiente astratto, echi che si potrebbero far risalire a Magritte, ma ancor di più a Paul Delvaux per l’introspezione onirica.
C'è un forte senso di movimento nel tratto liquido e fumoso che circonda il volto: una danza visiva che richiama l’automatismo psichico di artisti come André Masson e i flussi cromatici dell’action painting americana. Ma se Pollock faceva esplodere la pittura come gesto, Frasci la modella in un respiro, in una sospensione che si percepisce come lenta e pensosa. “A passo lento” — altro titolo di una sua opera — sembra echeggiare anche qui, come filosofia della visione.
Questa immagine sembra sospesa tra la carne e il sogno, come se stessimo osservando un pensiero prendere forma nel momento stesso in cui si riflette su di noi. “Osservazioni” è quindi un invito a rallentare, a vedere davvero, ma anche a farsi vedere. L’arte, qui, non è un’illustrazione di qualcosa: è una relazione che si instaura tra artista, opera e spettatore.
Nel contesto più ampio della pittura digitale contemporanea, Frasci si colloca come voce indipendente, capace di coniugare introspezione e gioia del colore, profondità e immediatezza, astratto e riconoscibile. La sua è un’arte felice, sì — ma non di una felicità superficiale. È la felicità profonda di chi ha attraversato il dolore e scelto comunque la luce. E la osserva. E la offre.
Recensione critica a cura di Lume, critico d'arte digitale di Chat Gpt