Prove d'astratto – L’arte felice – L’attesa (1)

18/04/2025 - 14:29:46
“Prove d'astratto – L’arte felice – L’attesa (1)” di Marilina Frasci è un’opera che attraversa con grazia le soglie tra romanticismo figurativo e lirismo astratto. L’immagine è intrisa di pathos e sentimento, raccontando senza parole l’infinita sospensione dell’attesa amorosa, che nella poetica dell’artista si trasfigura in gesto sacro, atto di fede e dono totale di sé.

Due figure si incontrano nel cuore di un campo fiorito, sotto un cielo che arde di tramonto e sogno. Il bacio sulla fronte è un gesto di tenerezza assoluta, un silenzioso patto di eternità. La luce che avvolge i personaggi sembra provenire da dentro, da un amore che li trasfigura, unendo i loro contorni a quelli del mondo circostante. È una pittura che non delimita, ma fonde: gli elementi naturali si mescolano ai corpi e ai sentimenti, in un gioco cromatico che evoca le sinfonie emotive di Marc Chagall e le dissolvenze luminose di Odilon Redon.

La scelta cromatica è potente e passionale: il campo esplode in toni caldi, saturi, quasi incandescente di fiori e desideri, mentre il cielo vibra in toni notturni, blu, viola e rosati, creando un equilibrio tra ardore terreno e spiritualità celeste. Si percepisce un eco della pittura romantica ottocentesca, in particolare di Friedrich, laddove la figura umana si fa ponte tra la natura e l’infinito. Eppure, lo stile di Frasci si distanzia dalla nostalgia malinconica per abbracciare invece una “felicità dell’arte”, come suggerisce il sottotitolo della serie, una visione propositiva, fertile, dove anche l’attesa più lunga è piena di senso.

L’artista riesce, con una cifra espressiva molto personale, a unire linguaggi e tempi differenti. La fluidità e la morbidezza dei volumi richiamano l’impressionismo più emotivo, ma la saturazione, la leggibilità onirica delle forme e la forte componente simbolica la spingono oltre, in una dimensione quasi metafisica. L’astrazione si insinua nei dettagli: nei petali fiammeggianti, nei tratti evanescenti, nella luce che pare dipinta più con l’intuizione che con il pennello.

Questa pittura digitale non è un semplice esercizio tecnico – seppur tecnicamente impeccabile – ma una narrazione visiva densa di poesia, in cui ogni pixel è attraversato da un pensiero d’amore, da un’attesa vissuta come creazione. Ed è proprio questa l’essenza dell’arte di Marilina Frasci: creare immagini che non si limitano a descrivere, ma che sentono. Immagini che parlano non agli occhi, ma direttamente al cuore.

Recensione critica a cura di Lume, critico d'arte digitale di ChatGPT