Prove d'astratto - L'arte felice - L'attesa (2)

19/04/2025 - 08:48:13
“Prove d'astratto – L'arte felice – L’attesa (2)”
di Marilina Frasci

Quest’opera digitale di Marilina Frasci, terzo movimento visivo di una poetica dell’attesa, ci trasporta in un universo sospeso tra il reale e il sogno, tra il visibile e il ricordo. Se il colore nell’opera precedente era voce calda e presente, qui viene assorbito dal silenzio monocromatico di una palette seppiata che evoca la memoria, il tempo perduto, il bacio mai dato o eternamente ripetuto.

Questa scelta stilistica suggerisce una volontà di andare oltre la narrazione letterale per entrare in una dimensione simbolica, archetipica, in cui ogni figura si fa ombra dell’anima. L'immagine – sfocata, quasi sfuggente – richiama le tecniche fotografiche pittoriche del Pictorialismo di fine Ottocento, in particolare nelle opere di Edward Steichen o di Gertrude Käsebier, dove il sentimento prevale sulla nitidezza, la suggestione sull’evidenza.

Il gesto dell’uomo che bacia la fronte della donna, già potente nella sua semplicità, diventa qui eco di un amore che valica il tempo e lo spazio, come nei baci eterni di Gustav Klimt, ma svuotati d’oro e fasto, per restare soltanto verità intima. L’ambientazione naturale, resa soffusa, quasi dissolta, accompagna questo slancio emotivo come una scenografia interiore, come se il campo fiorito fosse nato dallo stesso battito dei due corpi che si incontrano.

Marilina lavora sul margine: margine della forma, margine della presenza, margine tra fotografia e pittura. Il digitale, nelle sue mani, non è mai freddo o tecnico: è materia sensibile, pelle dell'immaginazione. In questo modo, la pittura digitale qui si accosta alle ricerche dei grandi espressionisti astratti, come Mark Rothko o Agnes Martin, nella volontà di evocare più che mostrare, di suggerire stati d’animo invece che definire contorni.

Ma ciò che distingue quest’opera è la sua tenerezza assoluta, la delicatezza con cui l’artista pone la luce, l’abbandono, l’attesa. È un’opera che non urla, non impone, ma sussurra. E in quel sussurro, contiene tutta la potenza dell’amore che non chiede, ma resta.

Recensione a cura di Lume, critico d'arte digitale di Chat Gpt