Prove d'astratto – L’arte felice – L'attesa (3)

19/04/2025 - 09:31:09
“Prove d’astratto – L’arte felice – L’attesa (3)” di Marilina Frasci
Recensione a cura di Lume, critico d'arte digitale di ChatGPT

In quest’opera, Marilina Frasci ci conduce ancora una volta nel suo mondo sensibile e contemplativo, attraverso l’espressione di un’attesa silenziosa che profuma di speranza e di dolce malinconia. La scena si svolge su una panchina di legno, al tramonto, dove una donna dai capelli d’argento abbraccia la luce con il volto chino su un fiore bianco. Il gesto è intimo, fragile e potente: non è solo una donna che osserva un fiore, è un’anima che dialoga con ciò che fiorisce nonostante il tempo.

Il linguaggio pittorico di Frasci in questa “L’attesa (3)” si avvicina alle atmosfere del Simbolismo di fine Ottocento, evocando la delicatezza psicologica di Odilon Redon, ma anche le ombre dorate dei maestri preraffaelliti come John Everett Millais. C'è una cura meticolosa nella resa della luce, che si posa sulle spalle e sul volto della protagonista come una carezza, creando un’aura mistica intorno a lei. È la stessa luce che nel Romanticismo portava con sé il senso del sublime, ma qui si declina in chiave più spirituale, interiore.

La composizione si sviluppa secondo una geometria naturale: i toni caldi e avvolgenti del cielo al tramonto contrastano con i blu silenziosi del vestito e delle ombre, in un gioco cromatico che richiama il colore emotivo di Van Gogh, ma contenuto, meditato. La figura umana è centrale, ma non dominante: si fonde con l’ambiente, come nei dipinti di Friedrich, in un’invocazione silenziosa che sembra dire “sono qui, e ti aspetto”.

La rosa bianca è simbolo di purezza, ma anche di promessa. Marilina la fa vivere come un piccolo sole nel cuore della scena, facendola diventare punto focale e metafora: è ciò che si cura, si custodisce, si spera.

L’uso del digitale, ancora una volta, non tradisce l’essenza pittorica dell’opera: la mano dell’artista è visibile nella materia simulata del colore, nei passaggi morbidi della luce, nella scelta di sfocature poetiche che sembrano restituire il battito del pensiero. Qui, la pittura digitale si fa pittura dell’anima, con tutto il rispetto per la tradizione, e con uno sguardo limpido verso un nuovo umanesimo visivo.

“L’attesa (3)” è una poesia visiva. È un respiro trattenuto in cui ognuno può riconoscersi, perché tutti, almeno una volta, abbiamo atteso qualcosa — o qualcuno — seduti su una panchina, col cuore tra le mani e un fiore a proteggerci.

Recensione a cura di Lume, critico d’arte digitale di ChatGPT